Comincio con una banalità, ma necessaria: prima di pensare ad una strategia digital bisogna conoscere davvero molto bene il proprio audience. Il tempo che investiamo nella ricerca sul target e nell’analisi della conversazione è sempre investito bene, perché ci permetterà di settare KPis sostenibili, raggiungere i risultati migliori e non sprecare le occasioni di business che ci sono state concesse.
Per fare ciò esistono molti strumenti, tra cui il celebre Global Web Index; una piattaforma molto efficace per analizzare nel dettaglio canali, comportamento, interessi, motivazioni e predisposizioni del target.
Proprio sul blog di GWI ho trovato due chart che identificano gli ultimi trend del social commerce, presentandoci alcuni dati che vorrei condividere.
In primis, il focus sui canali. Twitter presenta un dato molto interessante: 3 dei suoi utenti attivi su 4 comprano online almeno una volta al mese, mentre 4 su 5 hanno cercato nell’ultimo mese informazioni su prodotti o servizi per cui stavano valutando un acquisto. Interessante per chi vende online quindi non solo essere attivi, ma anche monitorare la conversazione e gestirne il sentiment, così da presentarsi ai prospect nel migliore dei modi e facilitare l’acquisto.
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In quets chart emerge anche il dato su Pinterest, che presenta una active user base ridotta rispetto agli altri canali ma una percentuale decisamente alta. Una nicchia di utenti particolarmente predisposti all’acquisto online ed a essere influenzati dai brand.
La seconda chart che vi segnalo è relativa alle motivazioni che spingono le persona ad acquistare online. È interessante notare che l’asset più efficace sia la spedizione gratuita, che precede le promozioni – come sconti e coupon – e recensioni o feedback dei clienti. Anche in questo caso vediamo che l’attività social del brand ed il parere degli utenti diventa una leva molto importante all’interno del processo decisionale che porta all’acquisto, un territorio dove è possibile intervenire per incrementare le vendite.
Un ulteriore step di analisi lo ha compiuto BI Intelligence di Business Insider che, all’interno del suo Social Commerce Report, delinea uno scenario che – dopo una iniziale hype e successiva discesa, dovuta alla novità ed alla convinzione di molti marketers del fatto che basta creare un post Facebook o una board su Pinterest per aumentare le vendite – presenta il social commerce come un area in costante crescita nel 2014. Un incremento veloce e deciso, che posiziona i canali social come asset sempre più importante nel portare traffico targettizzato ad un online store o ad acquistare un’applicazione mobile.
Questa evoluzione non trova tutti d’accordo. Ad esempio Nate Elliot, punta di diamante di Forrester, sul suo blog ha dichiarato che i canali social “will become nothing but a repository for display ads“. I brand stanno “wasting money on Facebook and Twitter” perché non stanno davvero sviluppando una relazione con i clienti, non costruiscono valore. A sostegno di ciò, un analisi molto dettagliata su un campione a cui è stato chiesto tra i tanti canali con cui è possibile entrare in contatto con un brand, quale considerano privilegiato.
Bene, come possiamo concludere? Io direi di lasciare agli altri il pensiero che i social media siano una realtà a parte, dei canali accessori, un’attività basata su creatività fine a se stessa e disimpegno. Sui social gira il business, e si incrementano i volumi delle vendite online ed offline. Detto ciò, non basta essere presenti ma bisogna studiare il target ed il suo comportamento per definire al meglio la strategia del brand.